20 aprile 2007

Lettera aperta a chi ha sradicato l’albero per Peppino Impastato

Cari mafiofili o cari mafiosi,
sradicando un alberello in uno spiazzo di Termini Imprese dedicato a Peppino Impastato e scrivendo “Viva la mafia” avete voluto mandarci un messaggio, chiaro, inequivocabile: spiantare la memoria di Peppino e vergare la vostra professione di fede nella vitalità della mafia.
Dovete rassegnarvi. La memoria di Peppino Impastato è riuscita a vincere il conformismo e lo spirito gregario di quanti lo hanno isolato da vivo e ha vinto la ferocia dei suoi assassini e la complicità, interessata o vigliacca, di quanti lo volevano far passare per terrorista incapace o suicida. Grazie a una madre e a un fratello che hanno saputo rinunciare alla religione barbarica dell’omertà e della vendetta, ai compagni che hanno voluto continuare sulla sua strada, ad altri che ne hanno fatto il compagno di strada per un percorso trentennale che coniuga analisi e mobilitazione, Peppino Impastato ormai fa parte della storia della Sicilia migliore ed è riconosciuto da moltissimi, in Italia e fuori, come esempio di intelligenza e di impegno civile e politico.
Dovete prenderne atto: se i mafiosi pensavano di cancellare un nome e una storia, hanno clamorosamente e definitivamente perso. E il vostro desiderio di rivincita, se è questo che cercate, è destinato a un nuovo fallimento.
Il vostro gesto, insieme stupido e vile, avrà un effetto boomerang. Un amico sconosciuto ci ha scritto: “Per ogni albero sradicato ne pianteremo altri cento come quei famosi passi”.
Facciamo nostra la proposta e rilanciamo una campagna che faccia conoscere, sempre più e meglio, il Peppino Impastato reale, al di là dell’icona cinematografica. Proponiamo di presentare dovunque sia possibile la mostra fotografica e i libri di Peppino e su Peppino, intensificando un’attività che svolgiamo da tre decenni.
Cari mafiofili o cari mafiosi, cogliamo perfettamente il senso del vostro “Viva la mafia”. Sappiamo che anche se in questi ultimi anni sono stati arrestati, processati e condannati, capi e gregari, la mafia con il suo seguito di complicità c’è ancora e la ragnatela di interessi è ampia e forte. Ma sappiate che in Sicilia, e non solo in Sicilia, ci sono uomini e donne, giovani che non cesseranno mai di lottare contro la mafia e la sopraffazione. E ci auguriamo che anche nelle vostre filasi faccia strada la consapevolezza che possono esserci strade diverse del delitto e della viltà. Lo sapete benissimo: tutto il presunto onore dei mafiosi è fondato sulla viltà. E se siete già mafiosi o se aspirate a diventarlo, con il vostro gesto, consumato nel buio, di sradicare un arboscello che aveva il torto di essere dedicato a Peppino Impastato, avete dato una pessima prova di voi stessi.
Con l’augurio di un domani alla luce del sole, anche per voi.

Umberto Santino
Presidente del Centro Impastato

16 aprile 2007

APPUNTAMENTO CON LA “MAFIA INVISIBILE”

Mercoledì 18 aprile 2007 si terrà presso l’auditorium “La Filanda” a Cornaredo (Piazza Libertà) uno spettacolo teatrale di Studio 900 e Libera Lombardia intitolato “Come la mosca nel bicchiere”.

Il tema dello spettacolo è la cosiddetta “mafia invisibile”, così definita nell’articolo di presentazione dello stesso Studio 900:

Quando si pensa alla mafia si pensa sempre ai grandi fatti di mafia –gli omicidi eccellenti

le stragi- o a un problema di alcune regioni del Sud dimenticando volentieri che la mafia è

un fenomeno che si dirama su tutto il territorio nazionale e addirittura in tutto il mondo.

Così regioni apparentemente immuni al fenomeno ne sono in realtà inquinate ad una

forma invisibile ma non meno pericolosa. Sono luoghi dove non si spara in mezzo alla

strada non ci sono fatti clamorosi anzi dove per scelta la mafia mantiene un basso profilo.

Sono i luoghi dove viene reinvestito il denaro cosiddetto ‘sporco’ dove avvengono gli

scambi di favori e i commerci tra le diverse ‘mafie’ –italiane e straniere- dove si sviluppano

‘attività’ silenziose ma non per questo meno pericolose.

La ‘mafia invisibile’ è così quella che inquina la società tanto più pericolosa proprio in

quanto meno appariscente: un cancro che invade il corpo della società e colpisce tutti

direttamente o indirettamente minando le basi stesse della convivenza civile.

Lo spettacolo è costruito in maniera assolutamente originale e innovativa. Esso assume la forma del giallo e si dipana sotto gli occhi attoniti degli spettatori per portarli a prendere coscienza di tutta la rete di relazioni e intrighi che costituiscono la “mafia invisibile”. Tale tipo di mafia non è un fenomeno confinato nelle regioni del Sud ma può invadere qualsiasi tipo di società, compresa la nostra, e forse lo sta già facendo o la ha già fatto. La consapevolezza resta il primo, fondamentale passo per debellare qualsiasi subdola minaccia che fa dell’invisibilità la sua arma principale.

Partecipiamo numerosi!